Alcoa patteggia per 384 milioni di dollari in caso corruzione

Il colosso americano dell’alluminio Alcoa ha patteggiato con le autorità federali americane e pagherà 384 milioni di dollari per archiviare le accuse di violazioni del Foreign Corrupt Practices Act, la legge che vieta alle aziende di versare denaro o fare altri favori a funzionari di governi stranieri in cambio di vantaggi commerciali in quel Paese.

Le accuse erano state mosse dalla Securities and Exchange Commission, la Consob americana, che riceverà 161 milioni di dollari, mentre i restanti 223 andranno al dipartimento di Giustizia. Come si legge in una nota della Sec, “le controllate di Alcoa hanno ripetutamente versato tangenti a funzionari del governoin Bahrain per mantenere un fonte chiave di affari”.

Secondo l’accusa, Alcoa World Aluminia, appunto controllata della società americana, avrebbe illegalmente pagato oltre 110 milioni di dollari a funzionari che avevano voce in capitolo nei negoziati sull’assegnazione di un contratto relativo a un grande stabilimento di alluminio gestito dal Governo.

Come fatto sapere dal dipartimento alla Giustizia americano Alcoa World Aluminia ha acconsentito a dichiararsi colpevole e pagherà la somma prevista in varie tranche. In una nota separata la società americana ha sottolineato che si trattava di “un’eredità passata”, precisando che “nei documenti del dipartimento di Giustizia non ci sono accuse contro Alcoa” e che “la Sec non ha rilevato che qualche dipendente di Alcoa fosse consapevolmente coinvolto nella questione”.

Il colosso dell’alluminio dà oggi avvio alla stagione delle trimestrali, pubblicando i conti del quarto trimestre. I risultati di bilancio sono attesi dopo la chiusura delle contrattazioni a Wall Street.

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