Alluminio, frode e corruzione in Bahrain: Alcoa patteggia il …

Accordo negli Usa con la compagnia di Stato araba Alba

Alcoa, terzo produttore mondiale di alluminio, ha patteggiato negli Stati Uniti il pagamento di 85 milioni di dollari, per chiudere la causa per frode e attività criminosa organizzata intentata dall’Aluminium Bahrain BSC (Alba), una compagnia controllata dal governo del Bahrain, nel Golfo Persico, che aveva chiesto oltre un miliardo di dollari di danni. Il patteggiamento prevede anche un lungo periodo di fornitura di Alcoa ad Alba, con prezzi riferiti ad un indice.

Alba sosteneva che Alcoa aveva gonfiato per 15 anni il prezzo dell’ossido di alluminio, corrompendo con 9,5 milioni di dollari di tangenti funzionari del governo e della compagnia, avendo di mira anche l’acquisto di consistenti quote azionarie di Alba a basso prezzo, dietro la minaccia di sospendere la fornitura dell’ossido d’alluminio, cosa che avrebbe messo a rischio l’esistenza stessa di Alba.

Nella denuncia, depositata nel febbraio 2008, Alba affermava che nel 2003 Alcoa cercò di comprare il 26% di Alba, offrendo 600 milioni di dollari, contro un valore reale di circa un miliardo. Nonostante le pressioni di un alto funzionario governativo, il governo rifiutò l’offerta, perché non era nell’interesse del paese.

Alcoa ha patteggiato senza ammettere alcuna colpa.

Sulla vicenda stanno investigando anche il Dipartimento della Giustizia Usa e la Commissione di controllo sulla Borsa americana (SEC). Un patteggiamento con i due organismi, secondo Alcoa, potrebbe ammontare a 25-30 milioni di dollari.

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