Nei prossimi giorni ci sarà tanto da discutere fra direttori tecnici e sportivi, piloti, motoristi, insomma tutti quanti sono coinvolti nelle varie squadre, perché nel GP a Sakhir quasi nessuno è stato esente da errori o quantomeno da situazioni da analizzare approfonditamente da qui alla prossima gara (quella di Barcellona il 10 maggio). Nemmeno le Mercedes, con quella del vincitore Hamilton vittima di problemi ai freni pur se in misura più contenuta rispetto a Rosberg abbandonato al penultimo giro dal brake-by-wire. Inoltre il team stellato dovrà “ragionare” anche sui pit-stop: non si pretende di eguagliare i record della “crew” Ferrari (2″3 oggi con Raikkonen) ma quando le soste ai box sono così lente che arrivano a farti perdere le posizioni guadagnate in pista…
Peraltro anche in Ferrari ci saranno vari elementi su cui riflettere. Da un lato la consapevolezza delle proprie qualità messe in mostra pure in Bahrain, ma dall’altro alcuni errori che non sono stati solo di guida, come i due commessi da Sebastian Vettel che evidentemente era molto al limite. Infatti la pur positiva strategia adottata con Kimi Raikkonen è stata opacizzata dall’aver aspettato troppo alla fine dei primi stint, facendogli perdere preziosi secondi nei giri effettuati a gomme “troppo finite”. E ci sarà anche da ragionare sulla difficoltà che Vettel ha avuto nel (non) superare Valtteri Bottas.
Parimenti, in Williams possono felicitarsi per l’ottimo 4° posto del finlandese, ma non si può dimenticare come Felipe Massa sia rimasto bloccato in griglia all’avvio del giro di ricognizione. Costretto così a partire dalla pit-lane e a una (bella) gara in continua rimonta che gli ha fatto guadagnare solo un punticino.
Continuando a scorrere la classifica, arriviamo a una bella prestazione di Daniel Ricciardo che ha concluso 6° però in modo… fumettistico. Sia nel senso di “comics” che di fumo vero e proprio, quello uscito in abbondanza dal motore, saltato un attimo prima di tagliare il traguardo. Qualcuno ha detto che il motore migliore è proprio quello che si rompe all’arrivo, ma a quell’epoca non si chiamavano “power unit” e soprattutto non ne avevi solo quattro per tutta la stagione… Insomma, per la Renault ci sarà molto da analizzare, visti anche i ritiri delle Toro Rosso (pur se quello di Carlos Sainz pare dovuto a un freno). E dire che la Red Bull poteva almeno contare sulla soddisfazione di avere entrambi i piloti nella top ten, con Daniil Kvyat 9°.
Considerando la penalizzazione di Pastor Maldonado (allineatosi in modo errato in griglia) e il problema non ben individuato che gli ha fatto perdere tempo ai box, il fatto che la gara di Romain Grosjean sia stata “anonima” diventa un pregio in questo quadro generale, e infatti il francese conclude ottimo 7°, per la seconda volta consecutiva a punti. Bella gara anche per Sergio Perez, 8° dopo aver però anche lottato. Come pure se Felipe Nasr e persino Marcus Ericsson si sono messi più volte in mostra, nondimeno la tattica Sauber a tre soste non ha pagato, visto che entrambi sono fuori dalla zona punti.
Incoraggiante – è tutto relativo – l’11° posto di Fernando Alonso che così sposta l’asticella delle future aspirazioni McLaren-Honda: ora si punterà a finire in zona punti. Però il lecito ottimismo del team e soprattutto del motorista giapponese è offuscato dal fatto che Jenson Button non sia nemmeno riuscito a prendere il via per il ripresentarsi dei problemi elettrici che l’avevano già afflitto nelle prove. Questo quando entrambe le Marussia motorizzate Ferrari 2014 sono arrivate in fondo.
Insomma, questa del Bahrain più che una cronaca di gara sembra un bollettino di guerra o comunque una lista perfino poco credibile, ma reale, di “sfighe”. Ma cosa possiamo concludere da questa “conta dei feriti”? Intanto che c’è sempre un fattore di incertezza anche nelle gare di questa stagione che non va sottovalutato, invece di ritenere scontati i risultati della gara già dopo le prove del venerdì come fanno alcuni. Ma c’è anche un’altra considerazione molto importante: se ci sono tanti errori – di guida, di strategia o tecnici – è anche perché nessuno sta più “passeggiando”. Nemmeno le Mercedes possono più permetterselo. Ed ecco che a tirare al massimo emergono più facilmente anche certi limiti, quando poi non li si supera proprio. Per cui questo ci fa sperare che la stagione 2015 possa riservarci ancora parecchie sorprese. Con la competitività crescente della Ferrari però ormai promossa a “conferma”, come pure il recupero di Raikkonen, che questa domenica ha ottenuto il suo 41° giro più veloce in gara. Come Prost.
Maurizio Voltini
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