Roma, 31 gennaio 2013, Nena News – Principessa e torturatrice, un doppio ruolo per Sheikha Noura bint Ibrahim al-Khalifa, 29 anni, appartenente alla casa reale sunnita che domina con il pugno di ferro il il Bahrain.
La principessa, che è anche un alto ufficiale delle forze di polizia, dovrà affrontare un processo per aver aggredito e torturato due medici, allo scopo di costringerli a confessare, durante le proteste contro la monarchia del 2011 e per aver anche per aggredito Aayat al-Qormozi, una giovane poetessa attivista dell’opposizione sciita.
Secondo l’accusa la principessa-poliziotta usò le scosse elettrice contro al Qormozi mentre quest’ultima si trovava in prigione per aver preso parte a manifestazioni non autorizzate. Sheikha Noura bint Ibrahim al-Khalifa nega di aver praticato la tortura.
Il Bahrain è in continuo fermento, con la maggioranza sciita della popolazione che chiede riforme politiche ed uguaglianza piena con la minoranza sunnita che controlla il paese grazie alla dinastia degli al Khalifa.
Nonostante gli oltre 80 morti fatti dalla repressione (secondo i dati dell’opposizione) e le numerose condanne a pesanti pene detentive nei confronti dei dissidenti, la monarchia bahranita continua a godere di una sorta di immunità internazionale grazie all’alleanza militare che mantiene con gli Stati Uniti e l’Occidente. A Juffair, adiacente alla capitale Manama, è presente una base della V Flotta statunitense che pattuglia il Golfo.
Re Hamad bin Isa al Khalifa è anche un accanito nemico dell’Iran che accusa di fomentare la rivolta nel suo paese e mantiene una stretta alleanza con l’Arabia saudita.