(ANSAmed) – ROMA, 31 DIC – Sempre più a rischio la libertà di
espressione in Bahrein, dove aumentato i casi di persone
arrestate e detenute con l’accusa di avere insultato il re in
discorsi pubblici o pubblicazioni su internet. A denunciarlo il
Bahrain Center for Human Rights (Bchr), che documenta almeno 30
di questi ultimi casi nel corso del 2013.
Il reato di insulto al re si aggiunge, si legge sul sito del
Bchr, a quelli spesso contestati di incitamento all’odio contro
il regime, incitamento al terrorismo e insulto all’autorità.
Inoltre, grazie ad una nnuova legge, per questo reato si puo’
scontare fino a sette anni di carcere.
Il Bchr è presieduto dal noto attivista Nabeel Rajab, che sta
scontando tre anni di carcere, e da Maryam Al-Khawaja, figlia di
Abdulhadi Al-Khawaja, condannato all’ergastolo e autore di un
lungo sciopero della fame in occasione della Formula 1 del 2012.
Il Centro lancia anche un appello a favore di alcune persone
arrestate di recente per quattro presunti ”complotti”. ”Come
si è visto negli ultimi anni – denuncia – e soprattutto in casi
dove le accuse derivano dalla legge sul terrorismo criticata
internazionalmente”, gli arrestati ”sono spesso duramente
torturati nei primi giorni di detenzione per ottenere
confessioni. Confessioni “spesso usate in processi iniqui”, con
la condanna a lunghe pene detentive.
Il Bchr esprime inoltre preoccupazione per il caso di due
tredicenni rimasti in carcere oltre due settimane per aver
partecipato ad una manifestazione in un villaggio vicino alla
capitale Manama, e altri due ragazzini trattenuti per sette
giorni per aver lanciato pietre ad una vettura della polizia.
Arresti avvenuti quasi in concomitanza con la pubblicazione
di un rapporto di Amnesty International, che il 16 dicembre
denunciava come minori siano “regolarmente” arrestati,
maltrattati e torturati in Bahrein. Secondo Amnesty, negli
ultimi due anni decine e decine di giovani partecipanti a
dimostrazioni anti-governative, diversi appena tredicenni, siano
stati bendati, picchiati, torturati e minacciati di stupro
mentre si trovavano in detenzione. Attualmente vi sarebbero
almeno 110 minori in attesa di imputazione formali o processo
nella prigione per adulti di Dry Dock in Muharraq Island.
Il Bahrein, con una popolazione ad ampia maggioranza sciita
e’ governata da una monarchia sunnita. Nel febbraio 2011,
sull’onda delle rivolte arabe, le strade si erano riempite di
sciiti che chiedevano maggior democrazia e meno discriminazioni,
ma la protesta fu brutalmente repressa dalle autorita’ con un
bilancio di 40 morti, tra cui quattro agenti di sicurezza.
Nei mesi successivi l’alto numero di arresti e abusi
registrati attiro’ l’attenzione internazionale. Una parziale
autocritica delle autorita’ e la pressione internazionale hanno
portato all’avvio di un Dialogo per la riconciliazione nazionale
che, tuttavia, non ancora dato frutti concreti. (ANSAmed).