Salman Bin Ebrahim al Khalifa, 50 il prossimo due novembre, bahreinese, è il presidente dell’Asian Football Confederation dal 2 maggio 2013. Prima della sua elezione è stato il presidente della Bahrain Football Association, oltre che Presidente della Asian Football Confederation Disciplinary Committee. Membro della famiglia reale, si è laureato nell’università del Bahrain in Letteratura inglese e storia. Negli anni ottanta ha giocato nelle divisioni giovanili del Riffa Club, città dove è nato. Nel 1996 è stato Presidente della Nazionale, oltre fare parte della Commissione Disciplinare di Pechino 2008, sempre per quel che concerne il calcio.
Piccola storia, controversa, proprio nel momento del suo insediamento a presidente della AFC. Perché Salman al Khalifa sarebbe stato coinvolto nella tortura di giocatori, amministratori, arbitri e club che hanno partecipato alle proteste per la democrazia in Harain nel febbraio 2011. Ci sarebbero, appunto, state delle vendette per i gruppi affiliati al calcio e tre organizzazioni per i diritti umani avevano scritto alla FIFA per revocare la nomina di Salman che, da par suo, ha sempre negato ogni accusa, contrattaccando e chiedendo le prove di ciò che gli era mosso ad accusa. In effetti un certo numero di sportivi del Bahrain sono stati arrestati e imprigionati per avere preso parte alle manifestazioni del 2011.
Nicholas McGeehan, ricercatore per il Golfo di Human Rights Watch, ha scritto questo circa la candidatura dello sceicco: “Se un membro della famiglia reale del Bahrein è il candidato migliore che la Fifa riesce a trovare, allora questa organizzazione si conferma come l’accozzaglia di persone con il livello di etica più basso di tutto lo sport mondiale”.