“Contro l’Iran nucleare ci vuole una Nato araba”

 

Una Nato araba per bilanciare l’Iran nucleare: è la proposta che l’Emirato del Bahrain sta facendo circolare fra le monarchie del Golfo in coincidenza con la fase finale del negoziato fra la comunità internazionale e Teheran sul programma atomico. A far trapelare l’esistenza di questa discussione è stato Mohammed Abdul Ghaffar, consigliere diplomatico del re del Bahrain Hamad, intervenendo a margine di una riunione del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) svoltasi la scorsa settimana ad Abu Dhabi.  

 

“Le nostre sei nazioni dovrebbero studiare il modello di cooperazione della Nato per tentare di rafforzare le loro capacità militari e la possibilità di operare assieme” ha detto Ghaffar, lamentando il fatto che “il Consiglio di cooperazione del Golfo ancora non ha approvato un concetto strategico comune di deterrenza e per il bilanciamento di forze nella regione”. L’intervento di Abdul Ghaffar ha suscitato forte interesse fra le delegazioni dei membri del Consiglio di cooperazione del Golfo e ciò lo ha portato a illustrare con maggior chiarezza la proposta, suggerendo di “modernizzare la Difesa per mantenere la stabilità” e di “mettere assieme le risorse militari per confrontarsi con sfide come l’Iran e la Siria”. La sovrapposizione fra la guerra civile siriana, dove il regime di Bashar Assad sta riconquistando terreno, e la prospettiva di un Iran nucleare fa temere alle monarchie arabe di dover dedicare più risorse alla sicurezza e ipotizzando un “modello Nato” il Bahrain – che ospita la sede della V flotta degli Stati Uniti – sottolinea l’esigenza di un coinvolgimento diretto di Washington. A dare manforte al Bahrain è stata l’Arabia Saudita con l’ex direttore dell’intelligence Turki Al Faisal che, parlando davanti al “Center for Strategic, International and Energy Studies” di Manama, ha osservato come “abbiamo l’esigenza di mantenere la nostra sicurezza regionale e ciò richiede l’unione del Golfo per creare un reale equilibrio di forze che includa il know how nucleare al fine di essere pronti ad ogni tipo di sviluppo con l’Iran proprio sul nucleare”. Ovvero, come la Nato confrontò il Patto di Varsavia durante la Guerra Fredda in Europa, schierando le atomiche Usa contro quelle dell’Urss, le monarchie del Golfo devono essere pronte ad avere un deterrente nucleare se Teheran centrerà l’obiettivo dell’arma atomica al termine della trattativa in corso con il gruppo 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Cina e Russia).  

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