Dopo il Qatar e il Bahrain, anche Erdogan andrà a Gaza

di Ika Dano

Roma, 3 Novembre 2012, Nena News – Durante il viaggio diplomatico a Berlino il premier turco Recep Tayyip Erdogan annuncia di voler visitare Gaza. Negli ultimi anni, l’intenzione di Ankara di visitare la Striscia era stata esternata più volte, ma poi sempre smentita. Visita rimandata più volte per timore di contrariare gli alleati, e di segnalare una vicinanza eccessiva al governo di Hamas.

Anche questa volta, il premier turco si mostra determinato e tira in ballo l’incrinatura dei rapporti diplomatici tra Ankara e Tel Aviv dopo l’assalto alla Mavi Marmara. Quella di Erdogan sarebbela prima visita ufficiale di un capo di stato dal 2007, dopo quella dello sceicco del Qatar Hamad bin Khalifa al-Thani, che a Gaza è stato accolto con la moglie dal capo di governo Ismail Haniyeh proprio due settimane fa.

Dopo aver discusso la questione di Cipro, divenuto a torto membro dell’Unione europea secondo Ankara, e aver ribadito alla cancelliera Merkel la necessità di un supporto tedesco nella lotta contro il Partito curdo PKK, Erdogan ha annunciato di voler recuperare l’occasione perduta lo scorso anno e recarsi in visita – in data non ancora specificata – nella Striscia. Durante la visita a Berlino si è trattato anche della questione palestinese, ha dichiarato il premier turco al quotidiano di Istanbul Today Zaman. Un maggiore impegno nella lotta contro il PKK gli è stato assicurato dalla Merkel, che ha promesso di meglio controllare le attività curde concertate dal suolo tedesco. Alla richiesta di Erdogan di intercedere per la fine dell’embargo israeliano di Gaza, Berlino per tutta risposta ha invitato Ankara a procedere con la normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv.

A livello diplomatico – e meno a livello di rapporti commerciali – le relazioni tra Turchia e Israele sono ancora incrinate dopo l’assalto alla Mavi Marmara e l’uccisione dei nove attivisti a bordo della nave diretta a Gaza, il 31 maggio 2010. Il premier turco si aspetta – come sembra aver ripetuto alla Merkel – non solo le scuse ufficiali di Tel Aviv, per cui il ministro degli Esteri israeliano Libermann non vede comunque “alcuna ragione”, essendosi trattato di “una chiara provocazione”, come ha fatto sapere alla stampa turca ancora lo scorso luglio. Solo le scuse ufficiali di Israele non basterebbero a far tornare la vecchia armonia, Erdogan pretende anche il risarcimento ai famigliari delle vittime, e la fine del blocco israeliano di Gaza.

“Ho fatto chiaramente sapere che la Tuchia non è disposta ad opzioni che prevedano scuse ufficiali e risarcimenti ma non la rimozione del blocco di Gaza” – ha dichiarato Erdogan sul Today Zaman.

A Gaza, l’emiro del Qatar – dove il capo del politburo di Hamas Khaled Mashaal ha trasferito il quartiere generale del partito dopo aver abbandonato Damasco undici mesi fa – ha portato secondo il quotidiano New York Times 400 milioni di dollari, da investire in progetti di sviluppo e nuove infrastrutture. Che la visita di Erdogan segua a quella dell’emiro Hamad bin Khalifa al-Thani non sembra un caso. Hamas si era sfilata dall’asse pro-Assad in Siria proprio sotto pressione di Qatar e Turchia. Sul portale Doha News, un ufficiale di Hamas commentava cosi il trasferimento da Damasco – che aveva offerto protezione politica al movimento islamico di resistenza sin da quando la Giordania l’aveva espulso nel 1999: “Il Qatar e la Turchia ci hanno ingiunto di abbandonare la Siria immediatamente. Ci hanno chiesto: Non vi vergognate? Basta. Dovete andarvene”.

Sin dall’ embargo del 2007, l’impegno turco nella Striscia di Gaza è cresciuto notevolmente. Secondo i dati riportati dal Middle East Monitor, il numero di ONGs turche presenti nella Striscia è in crescente aumento, e il budget investito da Ankara per progetti di sviluppo sempre più consistente. Il governo turco finanzia progetti di riabilitazione delle infrastrutture, tra cui l’imponente ospedale Al- Sadaka, construito nella ex- colonia israeliana di Nitzarim. Il mercato di Gaza pullula di prodotti turchi. Ankara offre borse di studio in università turche per studenti di Gaza e alcuni mesi fa è stato firmato un accordo turco-palestinese per la formazione professionale di operatori edili impiegati in progetti di riabilitazione finanziati dal Qatar.

Le reazioni all’annunciata visita turca nella Striscia governata dal partito islamico si sono fatte sentire subito: il portavoce del Dipartimento di Stato americano Victoria Nuland ha fatto sapere che Hamas resta una “forza destabilizzante” nella regione e che gli Stati Uniti si oppongono a simili visite, che “non sono costruttive per la pace e la sicurezza della regione”. Anche il presidente dell’Autorità palestinese fa sapere da Ramallah sull’agenzia Maan News: “Siamo contro queste visite”.

Ma a Gaza, Erdogan andrà per consolidare un’alleanza divenuta importante nel contesto della crisi siriana.E soprattutto per segnalare simbolicamente la crescente importanza della Turchia come potere regionale. Nena News

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