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WASHINGTON – Cinque stati arabi hanno partecipato, in modi diversi, alle operazioni contro l’Isis. Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Emirati e Bahrain. Piuttosto vaghi i particolari su quali missioni abbiano condotto al fianco degli Usa. Una prudenza legata al timore di suscitare la reazione di quanti nei rispettivi paesi sono contrari agli attacchi. Riserbo in parte violato dai sauditi. Sul quotidiano Asharq Al Awsat sono apparse le foto dei piloti impegnati nei raid in Siria.
La sfida
I piloti compaiono in una foto di gruppo e all’interno dei loro caccia F 15. Due dei militari sono figli di importanti esponenti della casa reale saudita. Uno in particolare sarebbe il figlio del principe ereditario. La diffusione delle immagini è un modo di dimostrare che Riad non ha nulla da nascondere e vuole sottolineare il suo ruolo di alleato degli Stati Uniti. Ma la pubblicazione può rappresentare una breccia alle regole di sicurezza. Seguaci dell’Isis o elementi qaedisti potrebbero vendicarsi colpendo i piloti o i loro congiunti. E infatti sul web sono stati lanciati messaggi che invitano i musulmani «a ricordarsi» di questi militari e del ruolo avuto contro i jihadisti.
La donna-pilota
Sempre sulla rete sono state pubblicate le foto di una donna-pilota degli Emirati Arabi Uniti e qualcuno ha ipotizzato che anche lei abbia partecipato alle incursioni sulla Siria. Ma su questo particolare non c’è alcuna conferma.