Un endorsement politico di rilievo, anche se non porta voti. Ieri l’Associazione dei club europei (Eca), che rappresenta le più importanti squadre del Vecchio Continente, ha annunciato il proprio gradimento per Gianni Infantino. “Non abbiamo voce in capitolo, ma, pensando allo spirito del gioco”, sosteniamo Infantino”, ha chiarito il presidente, Karl-Heinz Rummenigge. All’Eca comunque non piace la proposta del candidato di origine svizzera di aumentare il numero di squadre partecipanti ai Mondiali, da 32 a 40 per il torneo del 2026. Ad un paio di settimane dal voto per eleggere il nuovo presidente della Fifa va così delineandosi lo scacchiere delle alleanze.
Il prossimo 26 febbraio a contendersi la poltrona dell’organo di governo del calcio mondiale, in sostituzione di Joseph Blatter, saranno in due: il presidente della Asian Football Confederation Sheikh Salman Bin Ebrahim Al Khalifa e il Segretario generale della Uefa Gianni Infantino. Sempre meno chance hanno al contrario il vecchio segretario generale della Fifa Jerome Champagne, il businessman e uomo politico sudafricano Tokyo Sexwale e il principe giordano Ali Bin Al Hussein che aveva vanamente sfidato Blatter nel maggio 2015.
Almeno questo è il responso di questa sorta di primarie rappresentate dalle dichiarazioni delle varie Confederazioni. Nelle scorse settimane si sono schierate con Infantino la Conmebol che rappresenta le dieci federazioni sudamericane, l’Uncaf che raggruppa sette Federazioni del Centro-America e la Uefa che ha a disposizione 53 voti. Sommati fanno 70 voti.
Lo sceicco del Bahrain si è aggiudicato il sostegno della Confederazione africana (Caf) detentrice di 54 preferenze e dovrebbe poter disporre dei 46 dell’Asia (Afc). In tutto fanno centro voti salvo defezioni di singole Federazioni. L’Egitto, ad esempio, si è già smarcato, dichiarando l’appoggio al principe Ali al Hussein di Giordania. “Ho ricevuto molte manifestazioni di supporto individuale e le discussioni con le federazioni africane mi rendono fiducioso sulla vittoria”, ha aggiunto Infantino. Sullo sceicco, membro della famiglia reale del Bahrain, pendono le accuse di aver partecipato alla repressione dei moti pro democrazia del 2011 al tempo della Primavera araba.
Il congresso Fifa riunisce 209 federazioni e ognuna esprime un voto. Per essere eletti c’è bisogno dei due terzi dei voti (ovvero 139) al primo scrutinio e la maggioranza semplice (105 voti) in quelli successivi. Il peso delle sei Confederazioni è così suddiviso: Confederazione africana (Caf) 54 voti; Uefa (Europa) 53; Confederazione asiatica (Afc) 46; Confederazione nord e centroamericana (Concacaf) 35; Confederazione Oceania (Ofc) 11, Confederazione sudamerica (Conmebol) 10.
Saranno decisivi perciò gli orientamenti che assumeranno le 28 restanti Federazioni della Concacaf (tolte le 7 del Centro America già con Infantino) e le 11 dell’Oceania (Ofc). Nei salotti della Diplomazia pallonara peraltro non viene scartata l’ipotesi di un patto tra i due favoriti, con lo sceicco presidente e Infantino in un ruolo da amministratore delegato della Fifa.
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