1 giugno 2015 – Se la Rai può brindare con gli oltre 5 milioni e mezzo di spettatori – 31 per cento di share – del Gran Premio di Monte Carlo tornato in diretta dopo due anni di differita, i numeri che – televisamente parlando, a livello europeo – hanno fatto segnare le gare di Cina, Bahrain e Spagna non sembrano mostrare una Formula 1 in grande forma.
[Patria di Fernando] Partiamo dalla Gran Premio di Spagna, quinto appuntamento stagionale, che ha evidenziato un profondo rosso unico, senza distinzioni, fra Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Uno per cento in meno di spettatori la domenica in Italia – 2 milioni e 700 mila, comprensivi dei 760 mila di Sky e del milione e 900 della tivù pubblica, quest’ultima in differita – e sette per cento in meno in Gran Bretagna fra BBC e BSkyB, nove per cento in meno in Germania fra RTL e SkyD, addirittura 34 per cento in meno in Spagna per Antena 3, non a pagamento e, infine, 24 per cento in meno in Francia considerando Canal + a pagamento, in questo caso con 598 mila spettatori. Per un totale europeo di 14 milioni e 289 mila spettatori – parliamo dei grandi paesi, mancando i dati, per esempio, di Svizzera, libera emissione della F1, ed Olanda, a pagamento – che significa il 14 per cento in meno rispetto al 2014.
Il miglior dato nazionale è quello che fa segnare la Germania: 4,5 milioni di spettatori, alle spalle i 3,6 milioni britannici e poi noi italiani. Praticamente la metà esatta degli spettatori che hanno seguito la gara – 7 milioni e 170 mila il sabato, rispetto a quasi 14,3 milioni della domenica – ha guardato davanti allo schermo le qualifiche del Montmelò; anche in questo caso calo per tutti, a parte i britannici che mostrano un aumento del 3 per cento, fra tivù pubblica e privata.
[Effetto rosso] Il Bahrain, quarto Gran Premio del 2015, anche grazie alla bella prestazione della Ferrari di Kimi Raikkonen, viene salvato, a livello europeo, dal dato italiano: due milioni e 873 mila (2 milioni e 300 quelli della Rai) hanno portato a un aumento del 28 per cento rispetto a quanto fatto segnare nel 2014. Anche BBC e BSkyB fanno segnare un 6,8 per cento in più rispetto allo scorso anno, mentre scende la Germania (- 2,4 per cento), crolla la Spagna (- 51,6) e perde abbastanza anche la Francia (- 8,8). A livello europeo il dato è in calo – 11 milioni e 900 mila, meno 2,8 – mentre anche nel caso del Bahrain il valore assoluto degli spettatori premia la Germania – quasi 4 milioni – seguita a ruota da Gran Bretagna – 3,6 milioni – e, parecchio staccata, l’Italia. Completamente diverso il dato offerto dalle qualifiche con tutti i Paesi considerati – a parte la Francia che non si può considerare visto che Canal + non le ha trasmesse – in segno positivo: Italia per poco – più 0,1 per cento – ma Gran Bretagna con più 17, Germania addirittura più 38 per cento e Spagna con un incredibile più 45 per cento. Un sabato di Formula 1 che, a livello continentale, fa segnare un più 22 per cento per un totale di quasi 5 milioni di spettatori, qualcosa di meno della metà di quanti hanno visto la gara domenica di Manama.
[Lewis ‘tira’ in casa] Il dato numerico che offre la Cina, terzo appuntamento della stagione, è molto più alto, grazie soprattutto alla concomitanza della diretta BBC e BSkyB britannica. 23 milioni e 600 mila hanno visto la gara di Shanghai a livello continentale, un più 0,9 rispetto al 2014, con il paese di Hamilton a farla da padrone, 9 milioni e 127 mila, più 21 per cento rispetto all’anno precedente. Dato quasi identico, a livello numerico, per Italia e Germania, 5 milioni e 800 mila, ma nel caso dei tedeschi si tratta di un aumento, +3,8 mentre per noi si è trattato di un calo del 7,7 per cento, con 4,9 milioni per la Rai e 899 mila per Sky F1 Italia. Solito calo, invece, per Antena 3 spagnola – meno 28,4 per cento – e crollo anche per Canal + francese con meno 31,5 per cento. Buono il dato complessivo delle qualifiche a livello numerico, 16.5 milioni circa, con la Germania a guidare la locomotiva – 5,2 milioni – seguita da Gran Bretagna – 4,5 milioni – e dall’Italia con 3,4 milioni. Ma, a livello percentuale, rispetto al 2014 il calo è generalizzato: meno 3,8 a livello continentale, meno 31 in Francia, meno 26 in Spagna, meno 4 in Germania, meno 13 in Italia e solamente più 43 per cento in Gran Bretagna che, ancora una volta, si dimostra in controtendenza, soprattutto a livello di qualifiche.
[Germania premia Mercedes e Seb] Considerando quanto analizzato nell’articolo dello scorso mese di aprile, si evidenzia la crisi della Formula Uno in Spagna – senza un Alonso concorrenziale non c’è storia nemmeno se l’evento è free – e uno scarso appeal in Francia, in questo caso con trasmissioni solo a pagamento. In Italia l’effetto prodotto da una Ferrari costantemente alle spalle della Mercedes, determina ascolti migliori, ma se il destino di un Gran Premio sembra segnato – vedi Cina e Spagna – l’audience va addirittura sotto gli indici dello scorso anno, quando la Rossa annaspava. La Germania perde qualcosa, ma è meno ondivaga di noi italiani e, soprattutto, mantiene costantemente numeri importanti a livello assoluto: da 4 a quasi 6 milioni nei tre Gran Premi considerati. Il paese che perde meno è sicuramente la Gran Bretagna che ringrazia Hamilton per il suo talento e la sua non facile convivenza in Mercedes. Al terzo anno potremmo anche dire che, forse, comincia a rodarsi il rapporto BBC – BSkyB, con il pubblico britannico che ormai si sta abituando all’alternanza diretta/differita free. Anche se mi domando: fino a quando questa formula terrà?
[‘Oltre’ la televisione] Sia a Barcellona che a Montecarlo Bernie Ecclestone ha fatto un esperimento interessante: ha offerto le dirette delle gare GP2 sul web, gratuitamente. Numeri che non saranno stati eclatanti, ma che possono essere indicativi per un futuro prossimo, quello nel quale tanti, la maggioranza, avranno a disposizione le smart tv, con l’accesso diretto a internet. A spanne, ora, l’ascolto medio europeo di un Gran Premio – considerando solo i grandi bacini dei telespettatori di Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania – si aggira sui 15 milioni a gara. Moltiplichiamo il dato per venti gare e otteniamo 300 milioni. Ai quali dovremmo aggiungere i telespettatori di Sudamerica e Nordamerica – in considerevole crescita- e poi gli australiani, gli asiatici – anche se, per ora, la F1 non sfonda in Cina e in India – e tanti altri sparsi qua e là nell’est Europa e in Russia: non siamo lontani da 600/700 milioni di spettatori stagionali.
[Formula web] Infine la questione diritti televisivi: 65 milioni all’anno dati da BSkyB ad Ecclestone, 55 milioni all’anno dati da Sky Italia ad Ecclestone, poi via via tutti gli altri paesi a scalare.
Se un giorno – quando mi riferivo alla smart tv – fosse possibile rendere visibile tutta la Formula Uno attraverso internet a un prezzo popolare – solo un euro a gara? – quale sarebbe il conto degli introiti che andrebbero al solito MisterB o al possibile trust che un giorno prenderà il suo posto? A quel punto i diritti televisivi sarebbero veramente briciole e non avrebbe più senso fare contratti con le emittenti. E’ chiaro che parliamo di un futuro lontano – nemmeno poi così lontano, secondo me attorno ai cinque/otto anni – ma l’ipotesi, a mio avviso, sta in piedi. E l’esperimento GP2 fatto a Barcellona e a Montecarlo endrebbe in questa direzione.
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