29 aprile 2014 – Cinque persone, tra cui due donne, sono state condannate ieri a cinque anni di carcere per aver organizzato un poi fallito attentato in occasione del Gran Premio del Bahrain 2013.
Il complotto venne sventato dopo che una poliziotta si accorse che una delle donne stava simulando di essere incinta utilizzando un cuscino per nascondere un congegno esplosivo artigianale. Secondo Youth Society for Human Rights le donne sarebbero state arrestate durante una manifestazione di protesta vicino al circuito e successivamente torturate durante gli interrogatori, versione ovviamente smentita dalle autorità.
Dal 2011 la monarchia del Golfo è in preda a una disordini e tensioni tra la minoranza sunnita che guida il Paese e la maggioranza sciita della popolazione. Tra mille polemiche, che si rinnovano a ogni edizione, la tappa del 2011 venne cancellata mentre negli anni successivi il circus è tornato, accompagnato da mille polemiche per le violazioni dei diritti umani lamentati da numerose organizzazioni ong.
Anche in occasione dell’edizione 2013 sono stati numerosi gli episodi di violenza segnalati, con un’impennata del numero degli attentati saliti all’attenzione dei media, anche in virtù della platea globale offerta da un evento di portata globale come la Formula 1: occasione che il governo vorrebbe sfruttare per accrescere il potere attrattivo del Paese e che gli oppositori sfruttano per dare più voce alla loro protesta.
F1P | Matteo Sala