30 settembre 2013 – Il candidato alla presidenza della FIA, il britannico David Ward, ha concesso un’intervista alla BBC nella quale interviene su una delle questioni più spinose degli ultimi anni, il Gran Premio del Bahrain. Se sarà eletto avvierà una seria indagine per stabilire se la corsa nel regno arabo abbia ancora ragione di esistere.
“Il modo in cui si è trattata fin qui la questione è stato sommario” – ha esordito il candidato alla presidenza della FIA in un’intervista alla BBC, attaccando duramente il suo rivale Jean Todt. “La cosa più importante è essere neutrali, la questione merita di essere approfondita, occorre visitare il Paese e vedere come vanno le cose, parlare con le parti interessate e dare un giudizio basandosi su questo“.
Quando nel 2011 il Gran Premio fu annullato, Jean Todt aveva inviato il capo della Federazione spagnola in missione nel Golfo, dove stava avvenendo una violenta repressione della rivolta popolare, ma la relazione che ne scaturì fu ampiamente criticata.
Ward si è soffermato sull’argomento, in vista delle votazioni del 6 dicembre prossimo, nelle quali gli unici candidati al momento dichiarati sono lui e Jean Todt. “La missione è stata approssimativa” indicando come persona da inviare qualcuno come Edwin Glasgow (Consigliere della Regina e membro del tribunale che ha giudicato la Mercedes per il tyre-gate quest’anno) noto in Gran Bretagna per aver lavorato sui tristi eventi del bloody sunday del 1970 in Irlanda del Nord.
Ward considera dunque un errore aver fatto correre la gara in Bahrain nel 2012. “Occorre un processo standard per gestire situazioni del genere, perché potrebbero verificarsi in altri angoli del mondo” – ha detto il britannico – “Procedimenti appropriati ridurranno i rischi di danno d’immagine per la FIA, derivato da decisioni prese sull’onda degli eventi“.
Sulla corsa alla presidenza Ward ammette l’amicizia con Max Mosley, ma assicura che non ha preso la decisione di candidarsi spinto dall’ex presidente, coinvolto in uno scandalo sessuale. “È stata una mia decisione” – ha detto David, che alle elezioni del 2009 spalleggiò il suo attuale rivale Jean Todt, preparandogli addirittura parte del programma di governo.
Ma ora il britannico, che fino al 1994 fu consigliere del segretario del Partito Laburista, John Smith, insiste sul fatto che la FIA vada completamente riformata perché così come strutturata, non è “adatta a svolgere il suo scopo“.
Non usa mezze parole Ward, che descrive la FIA attuale come “dilettantesca, antiquata e piuttosto arcaica“. La ricetta di David è chiara, occorre nominare un direttore esecutivo e anche uno speciale commissario che segua quotidianamente le vicende della Formula 1.
Secondo il 57 enne britannico la FIA deve inoltre “rafforzare le sue disposizioni in materia di corruzione e concussione, garantendo un trasparente codice sportivo, anche con i propri partner” inviando un chiaro messaggio allo stesso Bernie Ecclestone, impegnato a difendersi dalle accuse nel processo in Germania.
Sul fornitore unico di pneumatici in Formula 1 Ward ha dichiarato che la FIA dovrebbe istituire un regolare bando di gara già dal prossimo anno, come richiesto dalle regole della Formula 1, perché continuare con questo sistema è passibile di accusa da parte della Commissione Europea per aver infranto la legge sul diritto di concorrenza.
Le critiche non finiscono qui. Ward si è detto contrario anche al voto via fax del FIA World Council con la quale si è approvato il Patto della Concordia, il documento che governa la Formula 1 descrivendo quanto accaduto come un “una terribile buffonata governativa“.
Ward conclude sottolineando che le sue istanze elettorali potrebbero sembrare noiose ma sono in realtà molto, molto importanti. “Le ragioni per cui mi candido” – ha concluso – “è che ho visto falle nel sistema governativo che reputo piuttosto gravi, occorre una robusta rivisitazione dei processi decisionali con una separazione dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario“.
F1P | Simone Valtieri