24 aprile 2015 – Ma la Formula 1 è davvero in crisi? Toto Wolff, team principal della Mercedes, non ha dubbi in merito, e la sua risposta è un ponderato “no!”, a maggior ragione da quando la Ferrari ha accresciuto il suo livello di competitività e riesce a dar fastidio alle Frecce d’argento.

Il calo di ascolti e interesse che ha investito la Formula 1 negli ultimi tempi è stato attribuito lo scorso anno – oltre naturalmente al graduale passaggio del prodotto televisivo dalle emittenti in chiaro a quelle a pagamento – anche allo stradominio della Mercedes che nel 2014 ha letteralmente ucciso il campionato, riducendolo a una sfida a due – peraltro entusiasmante – tra i suoi alfieri Hamilton e Rosberg.

Il vantaggio del team anglo-tedesco è emerso – come tutti sanno – in seguito alla rivoluzione tecnica inaugurata a inizio dello scorso anno con l’introduzione dei motori V6 turbo ibridi ma già in questa stagione si è visto che con le giuste scelte tecniche e strategiche è possibile contrastare la Mercedes. A riuscirci la Ferrari, in grado – oltre a  far compagnia sul podio in questi primi quattro gran premi ai due piloti del team campione del mondo – anche di vincere una gara in Malesia con Vettel.

“Per i titolari dei diritti commerciali della Formula 1 è importante che non ci sia un solo team in lotta per il mondiale” – ha dichiarato Toto Wolff a crash.net – “Fin qui abbiamo visto battaglie serrate per la vittoria e questo è quello che interessa maggiormente gli spettatori, come abbiamo visto in Bahrain e Malesia soprattutto“.

Dal punto di vista della spettacolarità Wolff ha aggiunto – “Continuiamo ad avere degli alti e bassi, quindi non possiamo dire che tutto sia definitivamente risolto, ma abbiamo mostrato uno spettacolo gradevole in Bahrain, perciò penso che il nostro sport sia in buona forma. Abbiamo visto due squadre lottare con il coltello tra i denti per la vittoria“.

Passando poi a una più approfondita analisi sull’introduzione dei V6, il manager austriaco ha dichiarato ad ESPN: “Io non credo che sia stato un fallimento. Ci sono state chiaramente delle sfide che ci hanno posto il problema di reinventare noi stessi, ma gli indici di ascolto nelle ultime gare sono tornati a salire e con la Ferrari abbiamo messo in piedi una lotta abbastanza dura“.

“Chiaramente c’è ancora del lavoro da fare, ma il mio ruolo non è giudicare lo spettacolo, io no vendo biglietti o firmo accordi televisivi, su questo occorre seguire Bernie, è il suo lavoro, ciò che possiamo fare è essere parte delle discussioni e fornire indicazioni ragionevoli su ciò che pensiamo sia giusto o sbagliato. Ciò che interessa alla Mercedes è l’aspetto tecnologico, dal punto di vista comunicativo ci limitiamo a portare idee che verranno poi discusse dalla governance“.