I ponti delle donne che girano il mondo

(Il Ghirlandaio) Roma, 3 apr. Costruire ponti, questo è il progetto umano che dovrà imporsi nel futuro della specie umana. In alcune realtà costruire ponti è già il presente, perché dialogare, incontrarsi e riconoscersi in chi abita oltre il nostro territorio è la realizzazione del progresso. Le donne, per loro natura e spirito di conservazione, sono le prime dialogatrici. Le visionarie che immaginano e costruiscono ponti laddove quotidianamente gli uomini ergono muri. Ed è particolarmente interessante osservare che il 63° Congresso Mondiale delle Femme Chefs d’EntreprisesMondiales (FCEM) si sia tenuto in Bahrain, in quel Medio Oriente dove le donne vivono a metà tra una nuova via per l’emancipazione e una ancora radicatasocietà patriarcale e maschilista.

Dal 23 al 26 marzo scorso la piccola isola nel Golfo Persico ha ospitato infatti le oltre 300 delegate provenienti da tutto il mondo nel corso del Congressopatrocinato dalla Principessa Sabeekabint Ibrahim Al Khalifa, moglie del Principe Saudita, nonché presidentessa del Supreme Council for Women. Il Congresso ha fatto parte dell’evento “Ourbridges to the world” (I nostri ponti al mondo), organizzato dal Bahrain Business and Professional Women International Federation e dal Council of Arab Business Women. Importante è anche sottolineare la partecipazione del Ministro delle Cooperazioni e dello Sviluppo Internazionale SheikaLubna Al Qasim, considerata da Forbes la donna araba più potente al mondo. Un’occasione per radunare donne imprenditrici provenienti da 12 diversi settori di investimento e sviluppo, nonché per promuovere il business e la conoscenza dello Stato ospitante, perché come ha dichiarato la presidentessa del FCEM, Laura Frati Gucci: “La nostra associazione ha oltre mezzo milione di membri e ospitare questo congresso in Bahrain darà un’enorme opportunità al Paese.” Opportunità che valgono anche per le imprenditrici partecipanti, che guardano con interesse agli sviluppi economici oltre i confini dell’Occidente.

Il Femme Chefs d’EntreprisesMondiales è un’organizzazione mondiale nata in Francia nel dopo guerra per volontà di Yvonne Foinant, con l’obiettivo di unire donne d’affari di tutto il mondo. Le occasioni di incontro che ruotano intorno a questo progetto costituiscono un social network fatto di carne ed ossa, ambizioni e solidarietà, che ha il merito di generare nuovecollaborazioni, sia umane che professionali.

Anche le italiane hanno contribuito con il loro impegno allo sviluppo e alla riuscita del programma.Pina Foti, FCEM Award Secretary e Managing Director della  International Language School, ha fatto parte della giuria del premio voluto per celebrare il grande lavoro di sette donne che, in tutto il mondo, si sono distinte per gli sforzi e per i successi ottenuti. Successi che non appartengono solo a loro, ma che sono condivisi con tutte le lavoratrici, senza distinzione di carica o nazionalità. Tra le premiate anche un’italiana, con il premio come miglior imprenditrice dell’anno, Mirella Raccuja, fondatrice e amministratrice delegata della LIVINGOFFICE, società di general contractor e forniture di arredi di design nei settori retail e office che nel corso della sua carriera ha collaborato con molte aziende prestigiose, favorendo il dibattito sul benessere e la sostenibilità nei luoghi di lavoro. Impossibilitata a ritirare il premio in Bahrain, in sua vece ha presenziato la stessa Pina Foti . Premiata fuori concorso anche un’altra italiana d’eccellenza, Silvia Damiani, della prestigiosa azienda di gioielli. Un nome diventato un brand noto e amato oltre ogni frontiera. Allo stesso modo è stato celebrato il lavoro di Alicia Gamboa, imprenditrice messicana, della marocchina Laila MiyaraBerrada, di Khairiya Abdullah Al Dashti edi SheikkaHintBintSalmanAlkhalifa. Il premio alla donna dell’anno è andato alla camerunense Madame FrançoiseFoning, scomparsa lo scorso 23 gennaio, nota per il suo impegno imprenditoriale e politico.

Quattro giorni per incoraggiare il dibattito sul ruolo delle donne ai vertici del mondo del lavoro e per promuovere il progresso, sia esso economico che sociale. Quattro giorni per gettare le basi di ponti destinati ad unire gli estremi. Perché “da sole siamo invisibili, insieme saremo invincibili.”

This entry was posted in IT and tagged by News4Me. Bookmark the permalink.

About News4Me

Globe-informer on Argentinian, Bahraini, Bavarian, Bosnian, Briton, Cantonese, Catalan, Chilean, Congolese, Croat, Ethiopian, Finnish, Flemish, German, Hungarian, Icelandic, Indian, Irish, Israeli, Jordanian, Javanese, Kiwi, Kurd, Kurdish, Malawian, Malay, Malaysian, Mauritian, Mongolian, Mozambican, Nepali, Nigerian, Paki, Palestinian, Papuan, Senegalese, Sicilian, Singaporean, Slovenian, South African, Syrian, Tanzanian, Texan, Tibetan, Ukrainian, Valencian, Venetian, and Venezuelan news

Leave a Reply