«Il calo di 15 gradi può cambiare tutto»



di Cristiano Marcacci


DALLA PRIMA DELL’INSERTO

Delle possibili sorprese che potrebbe riservare la gara parliamo con Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport.

Dal punto di vista ambientale quali potrebbero essere le insidie?

«Le temperature della zona e del circuito scenderanno considerevolmente durante la gara, con un possibile calo di 15 gradi. Fenomeno che può alterare le prestazioni e il degrado delle gomme. Correre di notte in Bahrain è un’incognita, per questo il lavoro di preparazione che le squadre svolgeranno nelle prove libere sarà fondamentale».

I team, comunque, sono avvantaggiati. Hanno già una bella mole di informazioni grazie alle prove. Potrebbero non essere sufficienti?

«In Bahrain si sono svolti due test recenti, grazie ai quali abbiamo accumulato molte informazioni sulla natura di questo circuito. Sappiamo che è necessaria molta trazione, per questo abbiamo deciso di portare qui le gomme medium e soft. All’inizio della gara le temperature saranno abbastanza alte, ma sappiamo che scenderanno notevolmente al calar del sole. Gestire bene gli pneumatici con questi sbalzi di temperatura sarà una delle sfide più importanti per i team. Ciò potrebbe influenzare anche le strategie; quindi sarà una gara molto interessante da questo  punto di vista. I piloti, infatti, dovranno impegnarsi al massimo per non stressare troppo le gomme».

E poi c’è la sabbia del deserto.

«Dal punto di vista degli pneumatici il Bahrain è un circuito molto impegnativo, in particolare nelle zone di trazione, dove le temperature del battistrada possono raggiungere picchi di 130 gradi centigradi. L’aerodinamica è un altro fattore importante. Con quattro rettilinei a 300 chilometri all’ora le squadre tendono a usare un carico aerodinamico medio, ma questo può compromettere l’entrata in curva e la stabilità in frenata, causando dei bloccaggi che possono danneggiare le gomme. Inoltre, la sabbia del deserto sporca il circuito e può causare pattinamento, aumentando il degrado delle gomme. Due anni fa, proprio una tempesta di sabbia fermò una delle sessioni di test Pirelli in Bahrain. Le zone di frenata sono un’altra caratteristica fondamentale del circuito del Bahrain: nella prima curva le monoposto decelerano da 315 a 65 chilometri orari in soli 130 metri e tre secondi. Ciò scarica un’incredibile forza sulle gomme».

Quanti saranno i pit-stop?

«Dipenderà dalla strategia di ogni scuderia. Lo scorso anno, Sebastian Vettel ha vinto la gara partendo dalla seconda posizione in griglia, con una  strategia a tre pit-stop: il tedesco è partito con gomme medium per poi completare tre stint con gomme hard. I team hanno adottato differenti strategie; qualcuno si è fermato solo due volte».

Dopo il Gran premio vi tratterrete in Bahrain. È infatti in programma la prima sessione dei test “in season”. Chi vi parteciperà?

«Esattamente, ci fermeremo per l’8 e 9 aprile. Quest’anno, infatti, ogni team deve dedicare un giorno ai test gomme: Caterham effettuerà i test pneumatici nella prima giornata, Mercedes e Williams nella seconda».

Cristiano Marcacci

©RIPRODUZIONE RISERVATA


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