Il no del Cio ad una candidatura olimpica congiunta Arabia Saudita-Bahrain per l’edizione 2024 che vede assai coinvolte Boston e Roma a rivaleggiare a distanza, nasce anche per quanto succede in piscina. La discriminazione sulle donne, costrette a rimanere coperte e a non nuotare liberamente in costume viene vista come un segnale negativo dal presidente Bach che non ha certo apprezzato il fatto che ai giochi asiatici di Incheon la delegazione saudita aveva mandato solo uomini, e il Bahrain a Londra aveva inviato appena due donne per la prima volta a cinque cerchi. Il principe Fahad bin Jalawi Al Saud sperava in un’apertura del Cio ma ammette che per le loro tradizioni è dura accettare che le donne nello sport, specialmente, nel nuoto, possano apparire normalmente come le altre in pubblico, per queste ragioni culturali sarà difficili poter organizzare da noi eventi internazionali. In Qatar, i Mondiali di vasca corta hanno avuto uno svolgimento regolare, ma certo l’atmosfera e la presenza di donne musulmane non è stata sufficiente, anche se noi ricordiamo persino in sala stampa ragazze col velo sbattersi per procurare le informazioni ed essere efficienti. Di recente la Lega ha cavalcato la polemica in Italia sui corsi a Padova per sole donne islamiche.