Una notizia che ha dell’incredibile. Secondo Yusuf Minkdar, direttore del dipartimento della salute pubblica al ministero della Salute del Kuwait, gli Stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) – Bahrain, Kuwait, Qatar, Oman, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti – starebbero pensando di introdurre nuovi test medici per individuare e respingere alla frontiera i turisti gay. Non bastava il test dell’HIV da allegare alla domanda di lavoro e l’immediata espulsione dal Paese in caso di sieropositività. «C’è un problema serio di pubblica salute minacciata da tanti stranieri che arrivano in Kuwait», sostiene il ministro. Che per questo andrà a parlare a un organo intergovernativo, il Comitato centrale per i lavoratori immigrati, e a chiedere un’azione comune contro l’«inaccettabile» ondata omosex.
«I centri sanitari nazionali – ha spiegato Minkdar al quotidiano kuwaitiano al-Rai – effettuano un controllo medico di routine per valutare la salute degli espatriati quando entrano in paesi del CCG. Tuttavia, in futuro prenderemo misure più serie che ci aiuteranno a rilevare gli omosessuali e i “terzo-sessuali” – termine usato nei Paesi del Golfo per classificare i transessuali o le persone con “disturbo dell’identità di genere” – a cui sarà poi impedito di entrare in Kuwait o in uno qualsiasi degli Stati membri del CCG».
Il dispositivo è ancora “in via di sperimentazione”, ha spiegato Minkdar aggiungendo che la nuova proposta sarà discussa nel corso dell’incontro del ‘Comitato Centrale per la forza lavoro immigrata nel CCG’ che si terrà il prossimo 11 novembre in Oman.
L’omosessualità continua a essere illegale in 79 paesi del mondo, specialmente negli Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Per questo genere di reato, la pena più mite è il carcere o le frustate, mentre in Paesi come l’Arabia Saudita, è addirittura punibile con la pena di morte. Ma è chiaro che, dall’atteggiamento delle autorità locali e dai controlli alla frontiera, sono i lavoratori immigrati il principale veicolo dell’omosessualità nei paesi del Golfo. Non è chiaro in che modo le autorità locali siano in grado di determinare una preferenza sessuale di un individuo, ma è certo che, l’omosessualità sarà trattata come una malattia. Come nel caso di una persona sieropositiva, un omosessuale avrà stampato sul referto medico ‘inadatto’ e di conseguenza espulso automaticamente dal Paese del Golfo.
Nei Paesi del Golfo, sono molte le testimonianze di omosessuali che vivono in condizioni difficili e discriminati. Il principe saudita Saud bin Abdulaziz bin Nasser Al Saud, nel 2010, è stato accusato dell’omicidio del suo compagno maschio durante una vacanza a Londra e successivamente condannato al suo ritorno in patria ad una lunga pena detentiva. Secondo il giudice procuratore il principe utilizzava con regolarità il proprio servitore per ottenere prestazioni sessuali, oltre a pagare anche altri uomini con lo stesso intento.
Nel 2011, in Bahrein sono state arrestate 127 persone per lo svolgimento di una evento privato etichettato dalle autorità “depravato e decadente”. Organizzato in un centro sportivo in Hidd, un villaggio sull’isola di Muharraq nel nord del Bahrain, il party a pagamento era una sorta di reunion della comunità gay nei paesi arabi del Golfo. I vicini, disturbati dai rumori notturni provenienti dal palazzetto, hanno allertato la polizia che ha inviato una pattuglia per verificare intorno alle 02:30. Un agente sotto copertura, dopo aver pagato il biglietto d’ingresso, si è trovato di fronte decine di travestiti a bere e a fumare narghilè. Nel 2010 un ragazzo saudita di 27 anni è stato condannato a cinque anni di carcere e 500 frustate per avere manifestato la propria omosessualità in un video pubblicato su YouTube.
Sempre in Arabia Saudita, il Paese del Golfo sembra fare passi indietro per quanto riguarda l’integraziano e diritti civili delle donne. In un evento ufficiale, lo sceicco Saleh al Luhaidan, uno dei 21 membri del Consiglio superiore degli Ulema, la massima autorità religiosa dell’Arabia Saudita che sta dibattendo sul divieto di guida alle donne, ha dichiarato che «quando una donna guida una automobile, ad eccezione di una reale necessità, potrebbe avere un effetto fisiologico negativo, visto che studi medici fisiologici e funzionali dimostrano che colpisce automaticamente le ovaie e solleva il bacino». Purtroppo non è una barzelletta ma sono parole pronunciate in maniera serissima dallo sceicco. Secondo il saudita, «le donne dovrebbero mettere la ragione prima del cuore, delle emozioni e delle passioni».