La rinascita di Kimi

Una vittoria mai messa in dubbio salvo gli ultimi giri finali. Il Gp del Bahrain ci ha regalato l’ennesima conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, dell’ottimo periodo di forma di Lewis Hamilton, il quale ha vinto meritatamente la gara sul circuito del Sakhir, ma ci ha anche definitivamente dimostrato come dopo la scorsa stagione stagione assai deludente, Kimi Raikkonen sia ormai da considerarsi un pilota assolutamente ritrovato. Vuoi il feeling decisamente migliore con la SF 15-T, fin dai primi test invernali abbiamo avuto la sensazione di rivedere alla guida della Ferrari non il pilota abulico ed anonimo della scorsa stagione, ma quel pilota che tanto si era ben comportato con la Lotus nel 2012 e nel 2013.
Certo, in queste prime 4 gare non sono mancati sfortune ed errori (problema tecnico con il cerchione della ruota in Australia dovuta a una cattiva ripartenza dalla corsia box, e l’errore in qualifica in Malesia), ma anche al contempo prestazioni convincenti (non è un mistero che il venerdì in simulazione gara il pilota finlandese riesca ad ottenere delle performance di assoluto rilievo, che hanno poi consentito a Kimi di poter rimontare sino al quarto posto in Malesia, di arrivare a un passo da Vettel in Cina prima che venisse chiamata la safety car a causa della rottura del propulsore di Verstappen a due giri dal termine, per poi essere decisamente competitivo rispetto a Seb in gara domenica sul circuito del Sakhir, e di sfruttare l’unico errore di un buon Rosberg, alle prese nel finale con un serio problema ai freni che parzialmente ha riguardato anche Hamilton, pur di portare a casa un ottimo secondo posto).

Chi sicuramente ha deluso domenica è stato a sorpresa Sebastian Vettel. Dopo l’ottimo secondo tempo conseguito in qualifica ci saremmo aspettati da lui una gara decisamente più combattiva. Certo, Hamilton domenica era troppo forte, ma ci saremmo aspettati che il giovane pilota tedesco di Heppenheim potesse quanto meno rendere la vita meno facile al due volte campione del mondo inglese. Così purtroppo non è stato. Se grazie alle rapidissime soste ai box compiute dagli ottimi meccanici Ferrari (decisamente i più veloci in corsia box) Sebastian riusciva a stare davanti a Rosberg, o dopo pochi giri o dopo poche curve veniva immediatamente superato con una facilità praticamente disarmante dal pilota tedesco, andando a un certo punto addirittura lungo fuoripista, costringendo i meccanici a una sosta supplementare per cambiare l’ala anteriore andando così al contempo a rovinarsi la gara e rimanendo ben 15 giri dietro la Williams di Bottas senza aver modo di poterlo superare.

Due parole sulla McLaren. Se purtroppo Jenson Button causa problema tecnico all’ERS al momento di avviare il motore domenica ha concluso in maniera purtroppo negativa il weekend che avrebbe dovuto celebrare il suo 300° GP con la scuderia di Woking potendo girare praticamente poco o niente, bisogna comunque sottolineare l’11° posto finale di Fernando Alonso. Sia ben chiaro: il binomo McLaren-Honda è un binomio che ha scritto innumerevoli pagine di storia della Formula 1, e certamente quando è stato deciso di ricreare questa storica reunion, gli obiwettivi erano decisamente più alti. Bisogna anche dire però che rispetto ai primissimi test di inizio stagione a Jerez e anche ripensando alla primissima gara in Australia la monoposto piano piano sta progressivamente crescendo. Da vedere quale sarà il prossimo step di sviluppo da parte sia della McLaren che del motorista nipponico a partire dal prossimo GP in Spagna.

A beneficio di quanti non avesero seguito il GP del Bahrain, andiamo a pubblicare il consueto quadro riepilogativo.

Dunque, la Formula 1 si prende una pausa prima di riprendere dal circuito del Montmelò a Barcellona per il GP di Spagna, in programma i prossimi 8-10 Maggio e che darà il via alla stagione europea della Formula 1. Logico prevedere numerosi sviluppi aerodinamici e di power unit, anche se in casa Ferrari e Mercedes i più importanti aggiornamenti di power unit sono attesi per il Gp di Canada e per Monza.

In queste ore la Pirelli ha già fatto sapere che mentre in Spagna porterà gomme medie e dure essendo il circuito del Montmelò piuttosto abrasivo sul fronte pneumatici, a Montecarlo, in Canada e Austria verranno portati i compound più morbidi, con il debutto quindi della nuovissima gomma supersoft riveduta e corretta, e con le gomme soft, già utilizzate in questi primi appuntamenti.
L’augurio, come già detto in queste occasioni, è quello di vedere delle gare sicuramente più appassionanti e combattive. Certamente rispetto alla scorsa stagione qualcosa è stato fatto, ma indubbiamente si può fare ancora meglio. A guadagnarci sarebbero sicuramente non solo i telespettatori, ma anche la stessa Formula 1. Cosa non da poco.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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