Entro il 2200 il 40% in meno di efficienza
I lavoratori del futuro saranno sudati e improduttivi. Entro il 2200, infatti, l’efficienza lavorativa potrebbe subire un drastico calo, fino addirittura al 40%, a causa del continuo aumento dell’umidita’ associato al riscaldamento globale, che portera’ citta’ come Washington e New York a essere piu’ bollenti dell’attuale Bahrain. A dipingere questo scenario e’ uno studio del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) pubblicato su Nature Climate Change.
I ricercatori statunitensi sono riusciti a elaborare un modello che mette in relazione le condizioni climatiche sempre piu’ tropicali con l’efficienza delle attivita’ umane. Un aspetto fondamentale del riscaldamento globale causato dai gas serra e’ infatti l’aumento dell’umidita’, che nei mesi di maggiore stress termico pone forti limitazioni alle attivita’ umane. Per valutare l’impatto di questo fenomeno, i ricercatori del Noaa hanno combinato i dati sull’umidita’ atmosferica raccolti in passato con le linee guida usate in campo militare e industriale per definire i limiti entro i quali e’ possibile operare in sicurezza in condizioni di stress termico.
Dall’elaborazione dei dati e’ emerso che negli ultimi decenni lo stress termico ambientale ha fatto calare al 90% l’efficienza lavorativa nei mesi piu’ bollenti, e secondo le previsioni ci sara’ un’ulteriore riduzione fino all’80% entro il 2050. Considerando lo scenario piu’ drammatico per quanto riguarda le emissioni future di anidride carbonica (co2), l’efficienza lavorativa potrebbe addirittura scendere al di sotto del 40% entro il 2200. Le popolazioni che oggi vivono nelle fasce tropicali e alle latitudini intermedie sarebbero quelle piu’ colpite. I ricercatori portano ad esempio la regione a est delle montagne rocciose negli stati uniti, affermando che lo stress termico qui potrebbe raggiungere livelli che oggi sono tipici delle regioni piu’ calde del pianeta: citta’ come Washington e New York potrebbero infatti superare i livelli di stress termico raggiunti oggi in Bahrain nel golfo persico. I ricercatori sottolineano pero’ come queste previsioni siano da prendere con le molle, perche’ non tengono conto di diverse variabili come il futuro andamento dell’economia, le possibili variazioni della crescita e della distribuzione della popolazione e le innovazioni tecnologiche e scientifiche.