Cresce la tensione in Medio Oriente e si fanno sempre più tesi i rapporti tra Iran e Arabia Saudita. Dopo Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Sudan, oggi è stato il Kuwait – richiamando il proprio ambasciatore a Teheran – a schierarsi apertamente a fianco di Riad. La motivazione anche in questo caso è legata agli attacchi portati dai manifestanti iraniani alle sedi diplomatiche saudite. Manifestazioni a loro volta scoppiate dopo l’uccisione da parte dei sauditi di un esponente religioso sciita e di altre 46 persone accusate di attività terroristiche. “Queste azioni costituiscono una chiara violazione delle convenzioni e dell’impegno internazionale dell’Iran nel garantire la sicurezza delle missioni diplomatiche internazionali sul proprio suolo”, ha spiegato il ministero degli Esteri del Kuwait. Anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato “nei termini più forti” gli attacchi contro l’ambasciata saudita a Teheran e un’altra missione diplomatica, ma non ha commentato l’uccisione del leader religioso Sheikh Nimr al-Nimr. Le Nazioni Unite hanno poi invitato l’Iran a “proteggere le sedi diplomatiche e consolari contro qualsiasi intrusione”. Jaberi Ansari, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, ha dal canto suo sottolineato che il suo paese si impegna a proteggere le missioni diplomatiche e ha ribadito che nessun diplomatico saudita è stato ferito durante l’attacco.
Ieri l’Arabia Saudita ha sospeso tutti i voli da e per l’Iran. E diversi paesi si sono allineati a fianco del regno. Il Bahrain ha interrotto i legami diplomatici con l’Iran. Gli Emirati Arabi Uniti hanno richiamato il proprio ambasciatore. E il Sudan ha espulso l’ambasciatore iraniano e l’intera missione diplomatica iraniana nel paese. Si muovono intanto le diplomazie mondiali. La Russia si è offerta di agire come mediatore tra i due paesi per risolvere la questione, mentre il capo della politica estera europea, Federica Mogherini, ha invitato a “evitare che crescano le tensioni settarie”. Gli hanno fatto eco il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni (“Fare tutto quanto possibile per ridurre le tensioni e non imboccare un’escalation pericolosa per tutti”), e la Germania (“Invitiamo sia l’Arabia Saudita che l’Iran ad avviare un dialogo”). Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby, ha esortato le parti a raggiungere “una soluzione pacificamente, diplomaticamente e senza violenza”. La Cina ha chiesto “dialogo e negoziati”, mentre Parigi ha invitato a fare tutto il possibile “per evitare l’acuirsi di tensioni settarie e religiose”. Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha parlato con i ministri degli Esteri di entrambe le nazioni e si è detto “profondamente preoccupato” per la rottura delle relazioni.