Mostre:A Biennale Venezia prima volta Kosovo,Kuwait,Bahrain

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) – ROMA, 10 MAG – Ci sono
Paesi come il Kosovo o il Kuwait che per la prima volta fanno il
loro ingresso alla Biennale di Venezia. Ve ne sono altri, come
la Bosnia-Erzegovina, che dopo un’assenza durata dieci anni
compiono uno sforzo politico e economico per tornare a fare
parte, a pieno titolo, della comunita’ artistica internazionale.

Sara’ infatti il ”Palazzo Enciclopedico”, una delle mostre
organizzate nell’ambito della 55/esima Esposizione
internazionale d’arte contemporanea della Biennale di Venezia
che sara’ inaugurata nei giorni 29-31 maggio, a offrire per la
prima volta una vetrina ad artisti provenienti da Paesi che
sulle arti visive possono avere qualcosa da dire, ma che
soprattutto hanno voglia di voltare pagina e farsi conoscere.

Ognuno a suo modo. Tra le 37 nazioni presenti, 10 sono le New
entry. Tra queste, oltre al Kosovo, al Kuwait e la
Bosnia-Erzegovina ci sono anche il Bahrain e la Santa Sede.

Opere che spaziano dall’inizio del secolo scorso a oggi e che
saranno esposte in un unico percorso espositivo che si
articolera’ dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale. In
tutto 150 artisti. A parlare con ANSAmed del giovane Petrit
Halilaj e’ il neoambasciatore del Kosovo a Roma, signora
Bukurije Gjonbalaj. ”Siamo lieti – dice – di potere esportare
anche qualche buona notizia”. Il potenziale di questa nazione,
spiega, popolata da poco piu’ di due milioni di abitanti di cui
la meta’ ha meno di 25 anni, risiede proprio nei giovani.

”Dipende in che modo tutta questa energia viene incanalata”,
commenta la diplomatica. A Venezia, il giovane artista kosovaro,
nato nel 1986 e che vive tra l’Italia (dove ha studiato) e
Berlino (dove risiede attualmente), porta una nuova
installazione. I suoi lavori, spiegano i curatori del padiglione
sono influenzati dal suo ricordo della guerra, l’esodo e lo
spostamento, ”raccontano della paura di perdere il proprio
spazio (fisico, geografico, storico) e della speranza di
ritrovare le cose identiche a prima di averle dovute lasciare”.

Torna non con pochi sforzi, come sottolinea l’ambasciatore in
Italia, Nerkez Arifhodzic, la Bosnia-Erzegovina. A celebrare il
ritorno di Sarajevo a Venezia (il primo e ultimo padiglione
risale infatti al 2003), sara’ l’artista Mladen Miljanovic che
il 30 maggio a Palazzo Malipiero, eseguira’ una performance
speciale dal titolo ‘Il peso dei desideri’. ”Quest’anno –
osserva il diplomatico – a rappresentare la nostra nazione sara’
un’artista scelto dal Museo di Arte Contemporanea della
Repubblica Srpska, grazie al sostegno finanziario del governo di
Banja Luka”. Fra due anni, auspica l’ambasciatore, sara’ invece
Sarajevo.
La mostra della Biennale, curata da Massimiliano Gioni, si
ispira al ”sogno” che nel 1955 l’artista italo-americano
Marino Auriti ebbe. Quella di realizzare un Palazzo
Enciclopedico, ovvero un museo immaginario, che avrebbe dovuto
ospitare tutto il sapere dell’umanita’. In questo percorso
immaginario si ritrovano molti artisti dell’area Mediterranea e
del Medio Oriente. Tanti con la voglia di girare pagina.

Iniziando dall’Iraq, il cui padiglione intende contribuire ”ad
aprire il Paese al resto del mondo, dopo i lunghi anni di
guerra”. O l’Egitto, che con Mohamed Banawy punta a mantenere
vive arte e cultura. Al Bahrain (con Mariam Haji, Waheeda
Malullah e Camille Zakhariai) e al Kuwait (con Sami Mohammad e
Tarek Al-Ghousseinalla), che si affacciano per la prima volta a
Venezia. O ancora, gli Emirati Arabi Uniti che con Mohammed
Kazem (Dubai) ”rappresenta la generazione emergente
dall’eredita’ delle avanguardie negli Emirati e nella regione
circostante”; o la Turchia con Ali Kazma (classe 1971), noto
artista istanbuliota, Israele (Gilad Ratman) e il Libano (Akram
Zaatari), proiettano i visitatori nel mondo delle arti visive
mediorientali. La mostra aprira’ al pubblico il 1 giugno e
potra’ essere visitata fino al 24 novembre. (ANSAmed).

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