Un Gran Premio di Formula 1 in Iran? Probabilmente nel futuro si. Ormai non è più un mistero che il denaro delle potenze economiche emergenti riesca a sedurre il mondo della Formula 1 a suon di denaro contante tanto che il Circus, stagione dopo stagione, per venire incontro alle richieste delle neo-amanti, perde pezzi di storia, importanti, nel vecchio continente. Il 2015 è stato l’anno della Germania, ma se Bernie Ecclestone non si da finalmente una regolata anche Spa, Silverstone e Monza rischiano di fare la stessa fine dell’Hockenheimring. Il prossimo anno nell’Azerbaigian, nazione dell’Asia transcaucasica, vedrà lo svolgersi del Gran Premio d’Europa, che andrà ad unirsi agli altri soci del Medio Oriente come Bahrain, Abu Dhabi e magari, prima o poi, le sirene torneranno a suonare anche dal Qatar.
Secondo quanto riportato lo scorso fine settimana dall’agenzia di stampa Islamic Republic, Masoud Soltanifar, Responsabile del turismo, avrebbe fatto un sopralluogo sull’isola di Qeshm per capire se ci fosse la possibilità di costruire un circuito e valutare le spese da sostenere per un possibile ingresso in Formula 1, dato dall’aumento esponenziale dello stile di vita degli iraniani: «La Formula 1 potrebbe avere un grande futuro in Iran, abbiamo moltissimi giovani e un numero sempre maggiore di quest’ultimi decide di prendere la patente e acquistare una vettura», ha commentato Soltanifar.
Ma la strada che porta la Formula 1 in Iran è ancora lunga. Come prima cosa deve sperare che il Bahrain non metta il veto sul Gran Premio, un po’ come è successo per il Qatar, un contratto che, stando alle ultime indiscrezioni, è valevole per le regioni circostanti, e quindi, geograficamente parlando potrebbe valere anche per l’Iran.
Eleonora Ottonello
@lapisinha