Dopo una stagione deludente in McLaren, Sergio Perez si è accasato quest’anno alla Force India, dove ha colto un podio in Bahrain e collezionato risultati non molto dissimili da quelli ottenuti al volante della MP4-28. Il messicano di Guadalajara ha recentemente dichiarato di non avere rimpianti in questa sua fase della carriera, ribadendo al contempo di aver imparato molto dal suo anno speso in McLaren.
Si sa come fanno gli sportivi quando sono costretti a fare buon viso a cattivo gioco, ma nel caso di Sergio Pérez, paradossalmente, viene quasi da credergli. “Checo”, dopo aver disputato due buone stagioni con la Sauber è poi approdato alla corte di Woking, forse ignaro di ritrovarsi tra le mani una vettura decisamente poco competitiva come la MP4-28. Basti pensare che il miglior risultato stagionale colto dal messicano nel 2013 è stato un quinto posto al Gran Premio d’India; piazzamenti ben lontani dagli standard competitivi di una scuderia come la McLaren. Il passaggio al team di Mallya, dunque, non deve essere stato particolarmente traumatico per Sergio, tanto che, addirittura, il pilota di Guadalajara è pure salito sul podio al GP del Bahrain.
Spesso al centro di critiche per la sua condotta di gara irruenta, Sergio Pérez ha dichiarato di non aver alcun rimpianto nell’esser passato da un team di vertice come la McLaren ad una squadra di media classifica come la Force India: “Guardando indietro non mi pento di nulla, perché ho comunque imparato molto. La McLaren mi ha reso un pilota migliore. Probabilmente sì, forse non era la mossa migliore per il proseguimento della mia carriera, ma sì sa che in Formula 1 le cose cambiano in fretta. Starò a vedere cosa mi riserverà il futuro”.
Il giovane messicano ha inoltre proferito parole d’elogio nei confronti del suo ex compagno di squadra Jenson Button, con il quale si è scambiato ben più di una ruotata nel corso della passata stagione: “Jenson è un grande leader ed è tra i più esperti nel sapere esattamente cosa si vuole ottenere dalla vettura, questo ha fatto molto la differenze per me. Avere un pilota come lui come compagno di squadra, soprattutto nel mio terzo anno in Formula 1, è stato qualcosa di veramente positivo”.