NEW YORK (WSI) – L’allarme lanciato poche settimane fa dal Fondo Monetario Internazionale secondo il quale Arabia Saudita, Oman e Bahrain rischiano di finire in bancarotta nel giro di cinque anni per via del crollo delle quotazioni del petrolio, torna sotto i riflettori degli analisti del sito americano di finanza ZeroHedge.
In un articolo di analisi sull’argomento, gli esperti entrano nei dettagli della questione, specificando quali sarebbero il livello delle quotazioni del greggio, sotto il quale le casse dei paesi degli Emirati Arabi finirebbero in default.
Per farlo, si sono serviti di un paio di grafici elaborati dalla banca tedesca Deutsche Bank in cui vengono evidenziati per paese i livelli medi delle quotazioni del greggio per raggiungere il break even per alcuni dei maggiori esportatori di greggio del Medio Oriente. Alle due estremita’ troviamo il Bahrain e il Kuwait con un livello di prezzo stabilito rispettivamente a 110 e 50 dollari (vedi grafico qui sotto).
Tornando al Fmi, secondo un recente rapporto dell’istituto di Washington, il calo del prezzo del petrolio da circa 100 dollari al barile nel 2014 ai 45 dollari della scorsa estate è già costato a tutti gli esportatori di petrolio del Medio Oriente 360 miliardi di dollari di minori incassi quest’anno.
Senza un’azione drastica, molti Paesi dovranno ricorrere alle loro riserve valutarie entro cinque anni. Il World Financial Survey dello scorso 15 ottobre riporta infatti che “A parte il Kuwait, il Qatar e gli Emirati Arabi, (i Paesi esportatori) sarebbero a corto di cassa in meno di cinque anni, a causa dei loro massicci deficit di bilancio pubblico”.
Fonte: Russia Insider