23 settembre 2014
L’offensiva degli Stati Uniti contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria scatta a poche ore dall’alba di martedì: missili tomahawk sono partiti dal mare, con l’obiettivo di colpire “capacità di comando dell’Isis e quelle di controllo, rifornimento e addestramento”, come affermano fonti del Pentagono alla Cnn. Al piano partecipano anche alcuni Paesi arabi: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Bahrain. Il Qatar ha invece un “ruolo di supporto”.
Alcune fonti militari hanno rivelato alla Nbc che con il piano sono stati bombardati 20 obiettivi, compresi centri di addestramento, quartier generali di combattenti sunniti e accampamento di truppe”. I raid sono stati compiuti anche sulla città siriana di Raqqa, quartier generale dei jihadisti dell’Isis: obiettivo anche postazioni del fronte al-Nusra, affiliato ad al Qaida. Secondo una Ong, 20 jihadisti sarebbero stati uccisi nei raid. Il Pentagono ha dato la notizia nella notte:
US military partner nation forces have begun striking ISIL targets in Syria using mix of fighters, bombers and Tomahawk missiles.
— Rear Adm. John Kirby (@PentagonPresSec) September 23, 2014
La storica decisione degli Stati Uniti arriva dopo un lungo dibattito sul ruolo della Siria nella lotta contro lo Stato Islamico. Alcuni giorni fa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva specificato che non c’è “nessun accordo” con il presidente siriano Bashar Assad.
Damasco: “Siamo stati informati”
Secondo quanto riferiscono fonti di Damasco, Washington ha informato l’inviato Onu in Siria prima di iniziare i raid.
L’ostaggio francese in Algeria
Intanto, domenica un gruppo di miliziani algerini legati all’Isis ha rivendicato con un video il rapimento di un turista francese in Algeria e ha minacciato di ucciderlo entro 24 ore se la Francia non fermerà i raid contro i jihadisti in Iraq. Parigi ha confermato l’autenticità del filmato. “È escluso che la Francia ceda alle minacce di un gruppo terroristico” ha detto il ministro degli esteri francese Laurent Fabius. Nel video di oltre tre minuti si vede l’ostaggio, Hervè Pierre Gourdel, 55 anni, che chiede al presidente Hollande di fermare gli attacchi in Iraq. L’uomo, seduto a terra con accanto due uomini con il volto coperto dice di essere originario di Nizza e di essere una guida di montagna.
“Risponderemo ai raid”
Non tarda ad arrivare la replica dei jihadisti, che annunciano l’intenzione di rispondere all’offensiva aerea a guida Usa. In particolare, hanno puntato il dito contro l’Arabia Saudita (culla del wahabismo, l’interpretazione più intransigente dell’islam sunnita e accusata a lungo di aver sostenuto Isis insieme all’Iraq) per aver permesso l’attacco-
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