Bahrein: reato insulto a re più usato contro dissenso

(ANSAmed) – ROMA – Sempre più a rischio la libertà di espressione in Bahrein, dove aumentato i casi di persone arrestate e detenute con l’accusa di avere insultato il re in discorsi pubblici o pubblicazioni su internet. A denunciarlo il Bahrain Center for Human Rights (Bchr), che documenta almeno 30 di questi ultimi casi nel corso del 2013.

Il reato di insulto al re si aggiunge, si legge sul sito del Bchr, a quelli spesso contestati di incitamento all’odio contro il regime, incitamento al terrorismo e insulto all’autorità.

Inoltre, grazie ad una nnuova legge, per questo reato si puo’ scontare fino a sette anni di carcere. Il Bchr è presieduto dal noto attivista Nabeel Rajab, che sta scontando tre anni di carcere, e da Maryam Al-Khawaja, figlia di Abdulhadi Al-Khawaja, condannato all’ergastolo e autore di un lungo sciopero della fame in occasione della Formula 1 del 2012.

Il Centro lancia anche un appello a favore di alcune persone arrestate di recente per quattro presunti ”complotti”. ”Come si è visto negli ultimi anni – denuncia – e soprattutto in casi dove le accuse derivano dalla legge sul terrorismo criticata internazionalmente”, gli arrestati ”sono spesso duramente torturati nei primi giorni di detenzione per ottenere confessioni. Confessioni “spesso usate in processi iniqui”, con la condanna a lunghe pene detentive.

Il Bchr esprime inoltre preoccupazione per il caso di due tredicenni rimasti in carcere oltre due settimane per aver partecipato ad una manifestazione in un villaggio vicino alla capitale Manama, e altri due ragazzini trattenuti per sette giorni per aver lanciato pietre ad una vettura della polizia. Arresti avvenuti quasi in concomitanza con la pubblicazione di un rapporto di Amnesty International, che il 16 dicembre denunciava come minori siano “regolarmente” arrestati, maltrattati e torturati in Bahrein. Secondo Amnesty, negli ultimi due anni decine e decine di giovani partecipanti a dimostrazioni anti-governative, diversi appena tredicenni, siano stati bendati, picchiati, torturati e minacciati di stupro mentre si trovavano in detenzione. Attualmente vi sarebbero almeno 110 minori in attesa di imputazione formali o processo nella prigione per adulti di Dry Dock in Muharraq Island.

Il Bahrein, con una popolazione ad ampia maggioranza sciita e’ governata da una monarchia sunnita. Nel febbraio 2011, sull’onda delle rivolte arabe, le strade si erano riempite di sciiti che chiedevano maggior democrazia e meno discriminazioni, ma la protesta fu brutalmente repressa dalle autorita’ con un bilancio di 40 morti, tra cui quattro agenti di sicurezza.

Nei mesi successivi l’alto numero di arresti e abusi registrati attiro’ l’attenzione internazionale. Una parziale autocritica delle autorita’ e la pressione internazionale hanno portato all’avvio di un Dialogo per la riconciliazione nazionale che, tuttavia, non ancora dato frutti concreti. (ANSAmed).

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