Chi fermerà la Cina?

//   25 novembre 2014   // 0 Commenti

RTR2C937 608x400È nuovo record in Africa per la China Railway Construction. La compagnia pubblica cinese ha firmato un contratto miliardario per lo sviluppo di un nuovo tratto ferroviario lungo le coste della Nigeria, da Lagos a Calaber. Si tratta di una commessa del valore di 12 miliardi di dollari, la più grande mai ottenuta finora dalla Cina all’estero come rivela l’agenzia cinese Xinhua. In Nigeria si stima che i lavori daranno occupazione a 200mila persone, mentre quando l’opera entrerà in funzione per la sua gestione ne saranno impiegate stabilmente 30mila. I 1.402 km di binari saranno realizzati secondo gli standard cinesi e includeranno l’impiego di materiali e equipaggiamenti prodotti da industrie cinesi il cui costo si aggirerà attorno ai 4 miliardi di dollari. Con questa commessa Pechino punta a sviluppare il proprio settore tecnologico ed espandersi nella costruzione di infrastrutture, facendo dell’Africa uno degli sbocchi privilegiati del made in China.

 

Non si tratta infatti del primo grande investimento cinese in questo settore in Africa. Lo scorso maggio è stato firmato un accordo tra il governo cinese e quello keniota per la realizzazione della prima tratta di una nuova linea ferroviaria che entro il 2018 collegherà Mombasa a Nairobi, per poi estendersi, nella seconda fase dei lavori che inizieranno nel 2017, attraverso l’Uganda, con diramazioni a ovest verso Kisangani nella Repubblica Democratica del Congo, a sud verso Rwanda e Burundi e a nord verso il Sud Sudan.

 

In Etiopia la China Railway Enginnering e la China Civil Engineering Construction stanno lavorando invece sulla realizzazione della tratta ferroviaria Addis Abeba-Gibuti, 756 chilometri di binari che dovrebbero essere completati entro l’autunno del 2015. L’obiettivo è movimentare 11 milioni di tonnellate di merci nel 2016 e 25 milioni entro il 2025, consentendo al governo cinese di sfruttare per il proprio import-export lo sbocco marittimo di Gibuti sul Golfo di Aden. Sempre ad Addis Abeba il gruppo cinese China Railway Group sta portando a termine la realizzazione della prima metropolitana leggera, il cui costo complessivo sarà di 500 milioni di dollari.

 

L’Alta Velocità cinese

 

La Cina dunque sta facendo del settore ferroviario una vera e propria eccellenza del suo sistema industriale. Come è noto i cinesi sono i primi al mondo nel campo dell’Alta Velocità. Non per niente possiedono la rete ferroviaria più estesa del pianeta e vantano costi di realizzazione di gran lunga inferiori rispetto alla media di altri Paesi (13 milioni di euro per un chilometro di AV contro i 26 generalmente richiesti dalla concorrenza). Ragioni che hanno spinto la Russia ad accettare il mese scorso la proposta cinese di realizzare l’Alta Velocità della storica Transiberiana: 7mila chilometri e sei fusi orari tra Mosca e Pechino che presto verranno coperti non più in sei giorni ma solo in due. Valore dell’operazione almeno 200 miliardi di euro.

 

Oltre i confini africani degna di nota è anche la partenza la scorsa settimana  da Yivu, un centro industriale a meno di 200 miglia a sud di Shangai, del primo treno cargo che arriverà in Spagna. Un viaggio di ben 21 giorni che vedrà arrivare Yixinou – così è stato chiamato il treno – alla stazione di Madrid entro metà dicembre. Le 6.200 miglia di strada ferrata, che attraverso sei nazioni collegano la Cina all’Europa, costituiscono attualmente la più grande tratta ferroviaria al mondo per un investimento che punta a collegare il vecchio continente con la Cina, agevolando così un interscambio commerciale che secondo la Commissione europea vale oltre un miliardo di dollari al giorno.

 

Non solo ferrovie

 

Non è solo nel settore delle costruzioni e dell’alta tecnologia che la Cina continua a investire in Africa. La società cinese dell’aviazione civile Avic ha firmato un contratto a inizio novembre con il governo della Repubblica del Congo per un accordo commerciale attraverso il quale Pechino si impegna a fornire entro il prossimo anno 3 aerei ARJ21- 700 fabbricati dalla società cinese Comac, che vanno ad aggiungersi a i 3 già in funzione che coprono la tratta Brazzaville-Impfondo. Con il Congo la Cina ha avviato anche dei progetti per l’assistenza sanitaria offrendo al governo di Brazzaville un pacchetto di attrezzature sanitarie del valore complessivo di oltre 370 milioni di euro per contrastare la diffusione del virus Ebola.

 

In Mozambico invece è il settore energetico ad attrarre i maggiori investimenti da parte di Pechino. A inizio novembre due compagnie cinesi – Anhui Foreign Economic Construction Group e Yunnan XinLi Non-ferrous Metals Co. – hanno firmato un contratto con il governo di Maputo per lo sfruttamento delle sabbie ricche di titanio presenti nel distretto di Chibuto, nella provincia meridionale di Gaza, per un investimento complessivo di 471,4 milioni di dollari.Le stime estrattive ammontano a un milione di tonnellate di ilmenite (minerale di ferro e titanio) all’anno per i prossimi 25 anni.A metà novembre, inoltre, un altro accordo è stato firmato con la compagnia energetica cinese Kingho Energy Group per l’apertura di una miniera di carbone a Mufa, nel distretto di Marara nella provincia occidentale di Tete. La concessione copre 8mila ettari di terreno a circa 45 km a ovest della città di Tete, dove i rilevamenti attestano la presenza di 504 tonnellate di carbone. L’investimento, del valore di 1,46 milioni di dollari, dovrebbe produrre 5 milioni di tonnellate di carbone l’anno da destinare principalmente in Cina.

 

Infine, nei mesi scorsi il governo cinese aveva avviato progetti di cooperazione nel settore delle rinnovabili con il Marocco per la costruzione di centrali a energia solare nei prossimi cinque anni, e  con il Ghana e lo Zambia per inviare tecnici del settore e consentire a questi Paesi di fare dei passi in avanti nello sfruttamento delle energie alternative.


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