F1 | Il punto sui sorpassi dopo il Bahrain

29 aprile 2013 – Il sorpasso. Essenza delle corse automobilistiche, attimo rischioso in cui per guadagnare una sola posizione te ne giochi decine, momento topico che i tifosi aspettano trepidanti e di cui la F1 ha per molto tempo cercato di fare a meno. Da qualche anno a questa parte i sorpassi sono tornati a essere protagonisti delle gare, sebbene talvolta eccessivamente semplificati da sistemi quali DRS e KERS, che in un certo senso inquinano la purezza del gesto tecnico.

Le strategie di zio Bernie per aumentare lo spettacolo in F1, si sa, spesso e volentieri raschiano il limite del ridicolo. Chi non ricorda la trionfale proposta, avanzata a margine di un’emozionante Gran Premio corso in condizioni di pista umida, di bagnare l’asfalto artificialmente prima di ogni gara? Esatto, un po’ come avviene negli stadi spagnoli a pochi minuti dal fischio d’inizio per velocizzare le azioni di gioco! Roba che avrà fatto rivoltare nella tomba Ascari, Senna e Fangio. Tra il serio e il faceto, qualche proposta dell’eccentrico patron è comunque arrivata in porto ricevendo l’avallo della Federazione Internazionale. È il caso di KERS e DRS, dispositivi che unitamente all’entrata in campo della Pirelli come costruttore unico di pneumatici con mescole dalla durata estremamente ridotta per favorire l’imprevedibilità delle corse, hanno riportato il fenomeno del sorpasso al centro del dorato mondo della Formula 1.

Se nel primo anno di introduzione del dispositivo di recupero dell’energia cinetica, il 2009, nessuno riuscì a notare una certa differenza rispetto al passato, tanto che si decise di abbandonare l’uso di un sistema troppo costoso e complicato da gestire anche per via dell’inaffidabilità e del non indifferente peso, è dal 2011, con l’innesto del Drag Reduction System che il numero di sorpassi è letteralmente schizzato alle stelle. Una media di sessanta sorpassi per gara, contro i ventotto del 2010 e i quattordici del 2009 e delle annate precedenti. Trend che è in crescita ancora più consistente nel 2013, visto che nei primi quattro appuntamenti iridati abbiamo assistito, in media, a sessantanove sorpassi per gara con il boom del Bahrain dove gli spettatori hanno potuto saltare sulla poltrona per quasi novanta volte. Niente male per un GP corso in condizioni d’asciutto. Ma chi è il pilota che più di tutti eccelle nella nobile arte del sorpasso?

A sorpresa, a guidare la classifica dei professionisti dell’overtaking è Romain Grosjean. Il secondo pilota Lotus ha infatti fino a ora superato gli avversari in ventitré occasioni, otto di queste soltanto nell’ultimo e spettacolare appuntamento mondiale. Un dato che potrebbe stupire anche perché il team di Enstone è stato quello che più di tutti ha puntato sulla strategia dei pit stop piuttosto che su piani di attacco garibaldino. Nessuno stupore invece per le posizioni immediatamente successive con Alonso fermo a ventuno, Vettel e Raikkonen a venti e Hamilton autore di diciannove sorpassi, davanti a Massa con diciotto e Webber con diciassette. I protagonisti assoluti del mondiale, certamente aiutati da bolidi da alta classifica, sanno quindi il fatto loro quando arriva il momento di mettere la freccia a destra e salutare gli avversari. Particolarmente significativo e in un certo senso emblematico della bontà della F138 è il dato di Fernando Alonso: agli otto sorpassi di Sakhir, realizzati senza l’ausilio del DRS anche se nei confronti di avversari di sicuro più deboli per via della gara in rimonta del campione asturiano, vanno aggiunti i nove di Shanghai e i quattro di Melbourne. Vistosissimo è lo zero a fianco della bandierina malese (dato il ritiro al termine del primo giro) che sottolinea con violenza come il ferrarista sia in questo momento il miglior pilota sorpassante in rapporto ai chilometri di gara percorsi.

In coda alla classifica, con un solo sorpasso realizzato e per di più nel primo Gran Premio della stagione, Giedo Van Der Garde anche se, per lui, le giustificazioni paiono piuttosto evidenti. Sorprendentemente in coda anche Jules Bianchi, velocissimo con la sua Marussia se raffrontato alle prestazioni dei team nelle retrovie, ma capace di mettere dietro un avversario in pista soltanto in due occasioni (entrambe tra l’altro in Australia). Vince la sfida degli ultimi l’unico non debuttante tra i quattro piloti Marussia e Caterham, quel Charles Pic che ha superato ben otto vetture avversarie. Come a voler dire che, forse in questi casi, un po’ di esperienza non fa male. Tanto per la cronaca, il vincitore di questa speciale classifica in Bahrain è stato Jenson Button che con i suoi dieci sorpassi, si è portato a quota sedici in stagione, in ottava posizione.

F1P | Salvo Sardina

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