Speciale difesa: Usa riprendono invio aiuti militari al Bahrein

Manama, 30 giu 15:30 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti hanno ripreso l’invio di aiuti nel comparto della sicurezza alle forze militari del Bahrein sottolineando i progressi significati in materia di diritti umani a quattro anni dalla violenta repressione delle manifestazioni contro il governo avvenute nel 2011 nel quadro della Primavera araba. “L’amministrazione ha deciso di sollevare le misure di blocco degli aiuti attuati dopo la repressione del 2011”, ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Usa John Kirby. Secondo il funzionario, la situazione dei diritti umani nel paese continua ad essere problematica, ma Washington ha comunque riconosciuto in grandi passi avanti del governo in questo senso. Kirby non ha specificato quali armi o apparecchiature di sicurezza verranno trasferite in Bahrain, ma ha sottolineato, che fatta eccezione per quel materiale adatto alla lotta contro il terrorismo, gli Usa manterranno comunque restrizioni sulla vendita di altre tipologie di armamenti all’esercito nazionale. La decisione di Washington di mitigare le sanzioni sugli armamenti nei confronti del Bahrein ha suscitato critiche da parte di attivisti e organizzazioni per i diritti umani che accusano l’amministrazione Usa di ignorare la reale situazione all’interno del regno.

Secondo il portavoce dell’organizzazione Human Rights First, Brian Dooley, la mossa degli Stati Uniti rappresenta “un male per il Bahrain, per la regione, ma anche per gli Usa”. Per l’attivista l’invio di armi ad un regno che ha più volte dimostrato di usare il pugno di ferro contro i suoi stessi cittadini aumenta il rischio di un settarismo nella regione, in particolare in una monarchia come il Bahrein, paese a maggioranza sciita e retto da un establishment sunnita, foraggiato da sempre dall’Arabia Saudita. A partire dalle protesta iniziate nel marzo 2011, almeno 89 persone sono rimaste uccise in scontri fra polizia e manifestanti, mentre centinaia di attivisti e civili sono stati arrestati e processati con procedure sommarie, spesso senza una difesa. A quattro anni dagli scontri, manifestazioni continuano ad essere organizzate periodicamente nei villaggi sciiti fuori dalla capitale Manama e è al momento impossibile offrire un dato del numero di arresti, persone ferite e uccise.

Lo scorso 20 giugno le autorità del Bahrain ha rilasciato uno dei leader dell’opposizione sunnita contro il governo, Ibrahim Sharif, dopo quattro anni passati in carcere per il suo coinvolgimento nelle manifestazioni antigovernative. Arrestato e processato insieme ad altri 20 fra attivisti e leader politici, Sharif è stato liberato dopo la decisione di un tribunale di incarcerare un altro membro dell’opposizione, Ali Salman, principale leader del fronte di opposizione sciita. Il Bahrein è sede della Quinta flotta della Marina statunitense ed è considerato come un partner fondamentale della coalizione internazionale contro lo Stato islamico (Is). (Res)

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